La cimice asiatica, specie aliena arrivata in Italia, sta provocando ingenti danni all'agricoltura





La cimice asiatica sta mettendo in ginocchio l’agricoltura.

Ad aiutare la cimice marmorata (altro nome dell’halyomorpha halys) in questa sua  opera di distruzione, il cambiamento climatico in atto che modifica il meteo a danno delle colture. Nella sola Emilia-Romagna si contano danni per oltre 120 milioni di euro nel comparto delle pere. Per le pesche siamo intorno ai 50 milioni. Per un totale che supererebbe i 350 milioni di euro in tutto il Nord Italia. La cimice asiatica è solo l’ultima delle specie aliene arrivate in Italia per effetto dei cambiamenti climatici, della globalizzazione del commercio, dei controlli inadeguati alle frontiere comunitarie. Secondo Coldiretti, “il surriscaldamento non solo inaridisce i pascoli, fa soffrire gli animali e minaccia l’attività di allevamento ma mette a rischio anche i prodotti tipici Made in Italy e le coltivazioni anche per l’arrivo di specie aliene’’. La cimice asiatica è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché, sottolinea la Coldiretti, prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno, con 300-400 esemplari alla volta. Con le loro punture le cimici rovinano i frutti, rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto. Il piano nazionale contro la cimice asiatica sarà approvato in via definitiva il 10 ottobre. E sui danni ingenti per gli agricoltori è stato individuato il percorso normativo da seguire (dlgs 102/04) per i fondi da destinare agli indennizzi che dovranno essere inseriti in misura congrua nella prossima legge Finanziaria. 


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