Etichette alimentari: scatta l'obbligo di indicare stabilimento di produzione e confezionamento
E' in crescita la percentuale dei consumatori consapevoli e sempre più attenti a voler conoscere cosa mettono nel proprio carrello della spesa. Molti prodotti alimentari come la pasta, il riso, l'olio, la passata di pomodoro, dovranno d'ora in poi, riportare in etichetta la sede e l'indirizzo dello stabilimento di produzione o di confezionamento e non potranno più essere venduti senza queste indicazioni, altrimenti scatteranno pesanti sanzioni per gli inadempienti che vanno da duemila a quindicimila euro.
Da giovedì 5 aprile 2018, scatta l'obbligo di indicare in etichetta la sede e l'indirizzo dello stabilimento di produzione o di confezionamento degli alimenti, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 145/2017, lo rende noto il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Tale indicazione si aggiunge a quelle obbligatoriamente previste dal regolamento europeo (denominazione, ingredienti, presenza di allergeni, quantità, scadenza, nome del responsabile delle informazioni, paese di origine, istruzioni per l'uso, titolo alcolometrico e dichiarazione nutrizionale).
Pertanto,gli operatori dovranno indicare la località e l'indirizzo dello stabilimento (o solo la località se questa consente l'immediata identificazione dello stabilimento) di produzione o di confezionamento, se l'alimento è confezionato in uno stabilimento diverso da quello dove è stato prodotto. Per chi non indicherà in etichetta lo stabilimento di produzione o di confezionamento sarà sottoposto a una sanzione amministrativa pecuniaria che varia da duemila a quindicimila euro, come già riportato in precedenza.
L'obbligo riguarda gli alimenti prodotti in Italia e destinati al mercato italiano. In questo modo vengono garantite una corretta e completa informazione ai consumatori, una migliore e immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute.