Natale e le storie di alcuni dolci tipici regionali italiani
Natale è tante cose, l’albero, il presepe, i regali, ma soprattutto la
tavola con i piatti tipici di questa festa. Fiore all’ occhiello sono i dolci,
diversi da regione a regione ma uniti da una tradizione che non scomparirà mai,
tramandata da generazione in
generazione.
di Giovanni Abruzzo
di Giovanni Abruzzo
Viaggiamo dunque in alcune regioni italiane del nord per conoscere la storia delle specialità dolciarie amate da grandi e piccini, quali sono e qualche curiosità.
Natale a Milano e nella maggior parte della Lombardia vuol dire panettone, chi non lo conosce! Ormai è diventato famoso in tutto il mondo come pure la sua storia, quindi non ve la raccontiamo. Vi raccontiamo invece la storia del dolce tipico valtellinese.
La Valtellina e la bisciola
La bisciola è il panettone della Valtellina, un dolce rustico a base di
farina, di grano saraceno, uova, miele, poco burro e frutta secca a volontà:
fichi, noci e uvetta. E’ un dolce abbastanza sostanzioso, da gustare con i vini
locali come il Sassella, il Grumello e l’Inferno. Una leggenda vuole che a
inventarlo fu Napoleone in persona, il quale ordinò al cuoco di preparare un
dolce a base di ingredienti tipici del territorio. In realtà sembra che
Napoleone non sia mai stato fisicamente da quelle parti e quindi le origini
della bisciola si perdono nella notte dei tempi, negli ambienti contadini, dove
i dolci venivano realizzati con ingredienti “poveri” del territorio.
Genova
e il pandolce
Anche Genova ha il suo panettone, un pane
dolce speciale a lunga lievitazione naturale fatto con uvetta, pinoli, cedro e
zucca candita, semi di finocchio, farina e acqua di fiori d’arancia. Un tempo
si usavano olio d’oliva e miele al posto di burro e zucchero, ingredienti
allora costosi e di difficile reperibilità. La storia del pandolce è datata, ai
tempi dell’ammiraglio Andrea Doria nel lontano 1500, il quale in seguito a un
concorso tra mastri pasticceri di Genova, lo consacrò come miglior dolce della
città, simbolo della sua ricchezza. Per di più si conserva a lungo e ciò lo
rendeva ideale per gli equipaggi che andavano per mare. Altre fonti dicono che
il dolce fosse giunto dall’ antica Persia (oggi Iran), dove veniva offerto in
regalo al sovrano. Del pandolce esiste una variante alta, lievitata più a lungo
e una bassa, se lavorata e lievitata meno. La tradizione vuole che il più
giovane della famiglia inserisca alla sua sommità un ramoscello di alloro
come portafortuna, mentre spetta al componente più anziano tagliarlo e
conservarne una fetta per i poveri.
Verona
e il pandoro
Il pandoro, come il panettone, è l’altro
dolce tipico del Natale italiano. Soffice, profumato di burro e vaniglia è una
specie di brioche alta dalla forma a stella e ricoperta di zucchero a velo. Le
sue origini si perdono probabilmente in altri dolci della tradizione veronese
rivisitati nei secoli: dal nadalin creato nel 1200 per festeggiare il primo
Natale di Verona sotto la signoria degli Scala, al settecentesco pan de oro, un
dolce tanto ricco che la leggenda narra venisse ricoperto di foglie d’oro
zecchino proprio nel periodo più florido della Repubblica di Venezia. Ma il
pandoro come lo conosciamo oggi nasce nel 1894 grazie a un pasticcere
veronese, famoso tuttora in quanto fondatore di un’omonima industria dolciaria,
che depositò il dolce “pandoro” all’ufficio brevetti del Regno d’Italia. Fu
proprio lui con la sua azienda veronese a mettere a punto i primi macchinari
per la produzione e distribuzione su larga scala di questo dolce.
Il
Friuli e la gubana
La gubana è il dolce tipico delle Valli
del Natisone, delle zone al confine con la Slovenia in provincia di Udine.
Sembra infatti che rappresenti un ponte tra due tradizioni culinarie. Secondi
alcuni il suo nome potrebbe derivare dal dialetto sloveno: “gubat” significa
avvolgere o da “guba” che vuol dire piega. Infatti il dolce è un arrotolato a
cui viene data la caratteristica forma a chiocciola. Non a caso la gubana
presenta delle somiglianze con la potica, un dolce delle feste tipico sloveno
ma anche con alcuni dolci triestini quali la putizza e il presnitz dalle
origini austroungariche. Gli ingredienti sono frutta secca e candita; cedro,
arancia, aromatizzato con scorze di limone e grappa. Le origini risalgono al
1409 presso Cividale del Friuli, in occasione di un ricco banchetto preparato
in onore di una visita di papa Gregorio XII in paese.