Spreco alimentare: Dagli scarti ortofrutticoli in particolare dai carciofi un imballaggio in bioplastica

Il packaging deve essere biodegradabile e compostabile: nuovi processi per produrre la bioplastica



La bioplastica è al centro dei progetti di ricerca di enti e aziende per immettere sul mercato nuove soluzioni ecocompatibili. I governi del mondo impegnati in prima linea nel conseguimento di obiettivi ambientali rilevanti, rispondono con sollecitudine con nuove strategie produttive.
Nel corso di Fruit Logistica di Berlino le attenzioni rivolte all’eco packaging non sono mancate. Particolarmente interessante la presentazione del prototipo di un imballaggio in bioplastica destinato a frutta e verdura, ottenuto con gli scarti ortofrutticoli, in particolare dei carciofi.
Si tratta di un imballaggio in bioplastica realizzato per sostituire il tradizionale alveolo nelle cassette di frutta, messo a punto dallo Smart Materials Groups del Dipartimento di Nanofisica dell’Istituto Italiano di Tecnologia, IIT, di Genova sotto la guida della Dott.ssa Athanassia Athanasssiou, in collaborazione con SGM ( Società Gestione Mercato) di Genova e Ascom ConfCommercio. L’accordo fra i diversi interlocutori consentirà il riutilizzo dell’inveduto proveniente dai mercati ortofrutticoli della città per reimpiegarlo nella produzione della bioplastica; una misura funzionale alla diffussione di nuove soluzioni ecocompatibili, capaci di ridurre l’impatto ambientale del packaging a partire dalla contrazione dei costi di smaltimento dei resti alimentari. Un altra chiave per combattere lo spreco.
bioplastica da ortofruttaE se il prototipo prrsentato a Berlino nel corso dell’evento dedicato “The new life of fruits and vegetables – bioplastic packaging and circular economy” è stato realizzato con gli scarti dei carciofi, le soluzioni possono essere ampliate anche ad altri tipi di prodotti ortofrutticoli. La presentazione è stata l’occasione per ribadire i numeri della plastica a partire dall’Europa. I dati resi noti dalla Commissione Europea con il rapporto “A European Strategy for Plastics in a Circular Economy “ ci informano che ogni anno i rifiuti di materiale plastico ammontano a 25,8 tonnellate, delle quali il 31% diretto nelle discariche. Una delle maggiori criticità in termini di sostenibilità ambientale è il brevissimo ciclo di vita della plastica, un valore dissipato che oscilla, secondo le stime, fra i 70 e i 105 miliardi annui.
Partendo da questa considerazione i ricercatori hanno lavorato allo sviluppo di processi produttivi che garantiscano una totale conversione del residuo ortofrutticolo in bioplastica. In questo modo hanno sviluppato proposte che includono la produzione di bioplastica dallo scarto vegetale tramite processo acquoso, come descritto sopra, fino alla messa a punto dei compositi termoplastici e termoformabili, provenienti interamente da fonti sostenibili.
Un perfetto esempio di economina circolare con la creazione di un materiale nuovo, ecocompatibile che contrae in modo drastico i costi di smaltimento del residuo organico, resta agganciato al proprio territorio al quale ritorna per la facile compostabilità del fine vita.

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