La "PITTURA ANALITICA" di Enzo Cacciola in mostra a Milano alla Galleria Progettoarte ELM

"Concezioni, processi e contesti nella pittura"

 



E' il titolo della seconda mostra personale dell' artista Enzo Cacciolaprotagonista ed esponente attivo e originale di quella "pittura analitica" impostasi a livello nazionale e internazionale sin dalla metà degli anni Settanta.












Sono due gli episodi significativi in cui, storicamente, il lavoro di Cacciola incontra la pittura analitica, per la prima volta nel 1974 nella mostra “Grado Zero”, a cura di Giorgio Cortenova alla Galleria La Bertesca di Genova (dove Cacciola si era affacciato con una personale già nel 1971), e in occasione della mostra “Analytische Malerei”, curata da Klaus Honnef e Catherine Millet alla Bertesca di Düsseldorf nel 1975.

Da quelle esperienze fino a oggi l'opera di Cacciola è considerata parte influente e sensibile della definizione di “pittura analitica”, ideata criticamente da Honnef e avente respiro europeo. Più specificamente, Cacciola si distingue dagli altri componenti italiani del gruppo che annovera artisti tra cui Gastini, Griffa, Guarneri, Morales, Olivieri, Pinelli, Verna, Zappettini, per uno spiccato interesse per le materie, in particolare il cemento e l'asbesto, oltre che per i prodotti pittorici industriali, da stendere su supporti fabbricati in proprio con legno e tela.


Dopo la partecipazione alla X Quadriennale di Roma (1975) e a Documenta 6 a Kassel (1977), il percorso di Cacciola si qualifica ulteriormente con mostre a Washington e a Mexico City e con altri numerosi appuntamenti critico-tematici dedicati alla pittura analitica.

Nella mostra Concezioni, processi e contesti nella pittura (1973 - 2016) Cacciola espone una serie di opere scelte tra le prime tecniche miste, pitture industriali e olio su tela (1973); tra le “Superfici integrative” (1973-74), in cui conduce la pittura dalla bidimensionalità verso l'esperienza ambientale; tra i “cementi con asbesto” (1974-75) e i “cementi” puri (1975), “dove lo spazio ambientale diventa contenuto”; e infine tra le opere degli anni 2000 e le più recenti, dittici in cui ha introdotto interventi meccanici e dispositivi di unione e tensione tra le parti, le cui sollecitazioni sono rese visibili dall'espandersi delle resine in modo casuale sulle monocromie e le bicromie su tela elaborata col 'multigum'.

In occasione della mostra, la galleria Progettoarte ELM realizza un catalogo bilingue con un saggio critico di Bruno Corà, corredato dalle immagini delle opere e da apparati biobibliografici.


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Nato ad Arenzano (GE) il 12 dicembre 1945 l' artista Enzo Cacciola vive e opera a Rocca Grimalda (AL).
Tiene la sua prima mostra personale nel 1971 a Genova presso la Galleria La Bertesca concentrando l’attenzione sulle dinamiche dei rapporti piano - forme - colore.
Nel 1973 inizia ad operare su nuovi materiali alternativi all’olio su tela e crea i primi pezzi materici prendendo in esame esclusivamente la superficie e i suoi dati linguistici.
Nel giugno 1975 partecipa alla mostra Pittura analitica curata da Klaus Honnef e Catherine Millet con quadri in cemento tali da rilevare le problematiche relative allo spazio d’analisi offerto dalla matericità dell’opera.
La partecipazione a Documenta 6 (Kassel, 1977) segna una parziale discontinuità con il lavoro precedente, in ragione di una reinterpretazìone in chiave concettuale dell’operato (e della funzione) dell’artista. 

A partire dal 1979, su queste basi, intraprende un percorso di riflessione e di ricerca che lo conduce a lavorare ed esporre oltreoceano, fra Washington, Città del Messico e Panama City. Nel 1981 si confronta con le tematiche della Transavanguardia partecipando alla mostra Pittura in radice di Achille Bonito Oliva e aprendosi così alla figurazione, che tuttavia è percepita e resa soprattutto in termini concettuali.

L'artista Enzo Cacciola
Un passo ulteriore in direzione della compenetrazione fra figurativo e concettuale è compiuto con l’esperienza di Short memory painting (Milano, 1982), curata da Viana Conti, rivolta a registrare le “incursioni” dell’artista che inserisce la sua figura e la sua ottica in alcuni capolavori dell’arte otto - e novecentesca.
Nel 1985 riprende la ricerca sulla materia che affronta scandendo il ritmo dell’interiorità sulla partitura segnica della superficie. Intorno alla metà degli anni Novanta si situa il suo ritorno alla pittura di matrice concettuale, pittura in cui si trovano sedimentate e risolte molte delle esperienze pregresse: il cemento del concettuale, le forme di una lunga frequentazione dell’astratto geometrico, le asperità di una superficie memore dei travagli della Transavanguardia, un inedito connubio fra materia e geometria in grado di sondare e palesare l’intima natura algebrica, razionale, del reale.
Gli ultimi lavori, presentati in mostre collettive, rivelano un’apertura a soluzioni compositive guidate dal concetto dell’accumulazione (Leo Lecci, Una ricerca in costante evoluzione - Galleria 911, La Spezia, 2005)
Attualmente la sua sperimentazione è rivolta all’ impiego di materiali nuovi concepiti per l’uso industriale dove nell'opera è presente un continuo processo di ricerca analitica. 










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